Cari lettori, abbiamo incontrato ed intervistato per voi la Dottoressa Françoise Berthoud, pediatra omeopata di Ginevra, autrice di molti libri e membro di diversi gruppi di riflessione e sui vaccini. Oggi è in pensione, ma in tutta la sua carriera ha sempre proposto una visione della medicina a sostegno dell’immunità del bambino attraverso metodi naturali.
Inoltre è sempre stata una grande sostenitrice del dialogo aperto ed informato fra medico e genitori.
Dottoressa Berthoud, prima di tutto una domanda: Come stanno i bimbi non vaccinati? Scherzi a parte, a quali conclusioni è arrivata dopo anni di studi?
Spesso mi sono sentita raccontare dai genitori che i loro figli non vaccinati si ammalano meno spesso dei figli dei vicini, e che quando si ammalano guariscono più in fretta. Ho sempre notato che era così, in tutti gli anni in cui ho esercitato la mia professione.
Come mai l’idea di scrivere questo libro?
Lo racconto, nel libro. Tutto è cominciato durante un congresso in Belgio, con Sylvie Simon e Michel Georget, “Che fare se non si vaccina?”, in cui si chiedeva l’opinione dei medici dopo aver ascoltato quella dei “vaccino-scettici”.
Quanti anni di esperienza sul campo, quanta documentazione e quanto studio ci sono dietro a questo libro?
Ho riflettuto per 30 anni sui vaccini e sui problemi ad essi correlati, leggendo tutta la letteratura che trovavo in francese e soprattutto in inglese, e partecipando a gruppi di riflessione nel mio paese, la Svizzera, nonché a gruppi europei sull’argomento.
Come è stato accolto in Francia e Svizzera?
Ottime vendite, forse perché non costa caro!
O forse perché presenta, credo, un argomento in chiave positiva.
Il problema dei vaccini, per i genitori di un bambino piccolo, è universalmente prioritario, ed è sempre stato l’argomento principale delle mie conversazioni quale pediatra dei loro figli, sia prima che dopo la nascita.
Le paure delle malattie sono sempre molto presenti, ad esempio quella del tetano. Sono paure ancestrali, ma stimolate dalla propaganda medica.
Però è anche molto presente la paura dei vaccini, soprattutto dacché si è manifestata questa sorta di epidemia di autismo che vediamo. I genitori hanno bisogno di un sostegno per condurre le loro riflessioni e prendere le loro decisioni.
In cosa differisce l’edizione italiana, aggiornata, da quelle precedenti?
L’edizione italiana, essendo nuova, contiene ulteriori e più recenti conferme delle mie conclusioni, provenienti da ulteriori articoli, libri e documentari.
Qui in Italia il tema dei vaccini sta polarizzando le opinioni rendendo quasi impossibile un dibattito non dogmatico. Come si inserisce questo lavoro in tale contesto?
Penso che il pubblico possa trovare in questo libro delle buone ragioni per continuare ad opporsi all’obbligo vaccinale. Non ho certo la pretesa di far cambiare idea a coloro che prendono le decisioni, perché le loro ragioni per imporre l’obbligo sono di ordine finanziario e politico, e non hanno nulla a che fare con la salute. Sono in gioco molti soldi, milioni di euro… e anche il potere della Medicina.
Perché secondo lei in molti Paesi si stanno imponendo i vaccini per legge?
Proprio per le ragioni anzidette: l’enorme forza dell’industria farmaceutica e della Medicina istituzionale, le quali negano i problemi indotti dalle vaccinazioni e vogliono far credere che i vaccini siano indispensabili e scevri da pericoli.
Spesso si dice che chi non vaccina i propri figli fa un gesto egoistico perché mette a rischio i bambini con malattie gravi mentre è necessario raggiungere “l’immunità di gregge” per tutelarli. Qual è la sua posizione in merito?
Il concetto di immunità di gregge non ha alcun fondamento scientifico. Inoltre ci sono molte epidemie, per esempio di morbillo o orecchioni, che colpiscono i vaccinati.
Le stesse campagne di vaccinazione possono generare delle epidemie, come è accaduto, per esempio, con la poliomielite.
Perché un lettore dovrebbe leggere questo libro?
Una buona ragione per leggerlo è prendere atto che esiste un’opinione diversa da quella della Medicina ufficiale, e scoprire che esistono medici che la pensano altrimenti, e persino dei paesi – e non del terzo mondo – in cui, in assenza di obblighi vaccinali, la salute della popolazione non è più cagionevole, anzi: è il contrario!
Questo è il suo primo libro con Amrita, un editore noto per intrecciare rapporti di stretta collaborazione con i suoi autori; cos’è dunque Amrita, ora, per lei?
Beh, ringrazio Amrita per avermi messo a disposizione un editor con cui ho lavorato in armonia per tutto il mese di ottobre, malgrado problemi di fuso orario (ero in Messico, dove sono tuttora), problemi tecnologici (ero davvero molto mal equipaggiata) e io fossi inoltre assorbita da altri compiti in loco. Sono davvero soddisfatta di questa edizione italiana, perché informare è la ragione che mi spinge a scrivere, e abbiamo fatto in modo che il linguaggio restasse semplice, alla portata di tutti.
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