Da sempre, gli esseri umani si curano con le piante. In particolare con le piante “maestre” o piante “di conoscenza”, quali il tabacco, la coca, l’oppio, oggi etichettate in Occidente come droghe.
Le prime ricerche sulle proprietà terapeutiche di queste piante risalgono agli anni ‘60 e ‘70; nel mentre, la cultura hippie si affacciava a queste scoperte per aprire “le porte della percezione”. Da allora, però, la ricerca accademica ha subìto un brusco arresto…
La guerra alle sostanze psicotrope ha frenato l’impiego terapeutico in ambito medico e psicologico della cannabis e di altre sostanze di derivazione vegetale come la psilocibina e l’ibogaina. Ma prima di demonizzare è bene conoscere: specialmente quando queste piante rappresentano anche dei ponti culturali con tradizioni che, prima della nostra, hanno saputo onorarne le potenzialità.
Un libro che ha anche un’anima inaspettatamente intrattenitiva: di lettura scorrevole e piacevole, in ogni capitolo dedicato a una pianta l’autrice racconta anche le proprie avventure sulle Ande o in Amazzonia, sulle tracce di quella pianta e delle popolazioni ad essa legate.
Tania Re
Tania Re, laureata in Psicologia Clinica e di Comunità, si è formata come psicoterapeuta gestaltista presso il CSTG di Milano e ha un dottorato in Psicologia dell’educazione. Specializzata in Antropologia della Salute ed Etnomedicina, è terapista complementare in Svizzera. È socia fondatrice delle Cattedre Unesco “Salute,Antropologia, Biosfera e sistemi di cura” presso l’Università diGenova e “Plantae Medicinales Mediterraneae — Plants for Health in the Mediterranean Tradition”presso l’Università di Salerno. Attualmente ricercatrice presso il Centro Regionale Toscana per la Fitoterapia (CERFIT), insegna Etnomedicina e Antropologia medica in corsi e master universitari in ambito sanitario.
Recensioni
Non ci sono ancora recensioni.