Abbiamo incontrato Claudia Rainville, fondatrice della scuola di “Metamedicina” e autrice di importanti testi che affrontato la salute e le sue connessioni profonde con il nostro vissuto. In questa intervista approfondiamo i temi contenuti nel suo nuovo successo editoriale, Apro la porta all’abbondanza.
Claudia, di cosa parla il suo nuovo libro?
Come dice il titolo, questo libro tratta del nostro rapporto con l’abbondanza e con la carenza… Spesso, infatti, siamo coscienti di essere intrappolati in un meccanismo di auto-sabotaggio, ma non sappiamo come fare per liberarcene. Affermiamo che i soldi non sono la cosa più importante, senza renderci conto che, così facendo, chiudiamo loro la porta. E così passiamo la nostra vita a credere che la prosperità sia destinata ad altri, ma non a noi… il classico tipo di pensiero che limita moltissimo l’energia dell’abbondanza. Questo libro propone ai lettori un’auto-terapia per risolvere le proprie difficoltà finanziarie.
Che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?
Inizialmente l’avevo scritto per i miei collaboratori, perché avevo notato che la paura di non avere abbastanza li aveva spinti ad entrare in competizione, scatenando delle “lotte territoriali”. Allora ho deciso di aiutarli a liberarsi da questa paura: volevo che riuscissero a collaborare più serenamente, e ci sono riuscita! Da quando hanno letto il libro sono diventati più fiduciosi, collaborano meglio, e hanno capito che ci guadagnano molto di più se cooperano che mettendosi in competizione.
Per abbondanza, lei cosa intende?
È un concetto ampio. Quando pensiamo all’abbondanza, alla prosperità, generalmente pensiamo subito all’aspetto finanziario. In realtà, occorre aprire la porta a tutte le opportunità interessanti che la vita ci offre.
Come possiamo conciliare un approccio che miri al guadagno finanziario e al successo lavorativo, con una vera e propria crescita spirituale?
A mio parere, il cuore della pratica spirituale sta nel mantenere l’equilibrio fra il piano materiale e quello spirituale. Tutte le persone che hanno cercato la felicità esclusivamente sul piano materiale si sono rese conto che i soldi, da soli, non fanno la felicità; e chi ha deciso di rinunciare ai piaceri della vita, probabilmente, ha provato la stessa sensazione di vuoto.
Nel suo ultimo libro invita i lettori a concedersi più tempo per godersi appieno la vita, ma è davvero possibile farlo nella società in cui viviamo oggi?
Sì, è solo una questione di priorità. Infatti, molto spesso, siamo noi che ci auto-neghiamo la possibilità di approfittare pienamente della nostra vita, perché siamo cresciuti con l’esempio dei nostri genitori che non smettevano mai di lavorare e che ci hanno lasciato credere che dovesse andare per forza così.
Lei ci riesce?
Per molti anni non mi sono mai concessa nulla, anche quando ne avevo i mezzi. Inconsciamente, pensando a quanto mia madre aveva dovuto lavorare per venire incontro ai bisogni dei suoi figli, mi sentivo colpevole. Lavorando così tanto, era come se dicessi: «Guarda mamma, anche io non smetto mai!». E, a mia volta, ho trasmesso la stessa cosa ai miei figli. Oggi insegno l’importanza di essere felici, e la vivo anche.
Come è cambiata la sua visione della Metamedicina rispetto a quando aveva scritto Ogni sintomo è un messaggio?
La mia visione non è cambiata. Ho dedicato la vita al risveglio delle coscienze, e continuerò a farlo fintanto che ne avrò la possibilità. Ho 67 anni e continuo ad ardere della stessa passione da oltre 35 anni.
Ciò che è cambiato è l’interesse generale nei confronti della Metamedicina. Molte persone raccontano, attraverso la loro testimonianza, come questo approccio li abbia aiutati a guarire, a trasformare la loro vita; e adesso, psicologi, terapeuti, infermieri, dottori, sociologi, eccetera, trovano questo metodo molto interessante.
Numerosi sono coloro che si iscrivono ai corsi e sognano di poterla un giorno insegnare nelle scuole, negli ospedali e addirittura all’università.
Esiste un rapporto fra spiritualità e Metamedicina?
La Metamedicina si basa su una spiritualità “integrata”, che sottolinea l’importanza dell’ascolto interiore (equivalente della meditazione) e della legge di responsabilità, in cui ogni esperienza è vista come un’occasione per imparare qualcosa di nuovo sul nostro cammino di crescita personale.
Cosa rappresentano le Edizioni Amrita per lei?
Per me Amrita è stato una vero e proprio trampolino di lancio. La Metamedicina, come una pianta, aveva bisogno di terra per mettere radici e fiorire: ha trovato questa terra in Italia. Le Edizioni Amrita, sostenendo i loro autori, hanno contribuito ad aumentare il risveglio delle coscienze e del benessere della popolazione italiana: si meritano rispetto e gratitudine, e hanno tutta la mia riconoscenza.
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