Dal monitoraggio delle terapie oncologiche e dalle ricerche scientifiche degli ultimi anni si è compreso che le pratiche di consapevolezza non solo possono contribuire a rendere le cure più efficaci, ma possono svolgere un’importante azione terapeutica attraverso l’intenzionalità di guarigione.
All'interno dei molti libri scritti a quattro mani da Anne Givaudan e Daniel Meurois è disseminato, qua e là, un vero e proprio metodo di purificazione, di pacificazione e di riconoscimento della parte migliore di noi. E tuttavia ci si accorge che è...
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Sulla strada per la nostra evoluzione, il percorso ideale è la riscoperta della realtà attraverso il Cuore, il nostro centro percettivo dell’anima. Risvegliando le sue qualità e le sue emozioni superiori si accede alla bellezza del mondo, delle relazioni e della vita. La sofferenza emerge, infatti, quando siamo in balia di una percezione distorta della realtà, un’illusione in cui non sappiamo di vivere.
Se il titolo del libro vi pare provocatorio, beh, forse lo è. E forse no. L’Occidente, infatti, ha spesso descritto il passaggio dalla vita alla morte come un interruttore che passa da “acceso” a “spento” appena il cuore smette di battere e un esame degli strati più superficiali del cervello mostra che non vi è più attività. Un attimo prima sei vivo, un attimo dopo sei morto. Ma queste due etichette sono incapaci di cogliere il complesso processo descritto da molte tradizioni tanatologiche planetarie, prima fra tutte quella tibetana, in cui l’Autrice si è specializzata. Come nel tukdam, dove la vita nel corpo continua “al minimo” anche dopo la morte clinica…
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