Il Buddha in laboratorio

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Può il buddhismo insegnare alla scienza che anche le emozioni più turbolente e istintive possono essere domate con l’addestramento, e offrirci una via di scampo dal meccanismo per cui più si ha e più ci si convince di dover avere, per essere felici?

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Pagine: 302 pp.

Dimensioni: 14 x 20,5 cm

C’è una prova neuroscientifica dei benefici dell’ad destramento alla meditazione (eccezionale memoria per parole e immagini, migliore attenzione e lucidità, controllo e persino eliminazione delle emozioni negative)? Può il buddhismo insegnare alla scienza che anche le emozioni più turbolente e istintive possono essere domate con l’addestramento, e offrirci una via di scampo dall’implacabile meccanismo per cui più si ha e più ci si convince di dover avere, per essere felici? Ha ragione il buddhismo a fare della compassione la principale virtù umana, e ha torto la scienza a trascurarla?
Ventitré voci di esperti in neuroscienze e scienze cognitive e comportamentali sostengono che il buddhismo ha solidi fondamenti scientifici, e che la scienza può partire da presupposti buddhisti per nuove indagini. Un coro ricco e qualificato, di famosi scienziati di cultura occidentale e maestri buddhisti, fra cui lo stesso Dalai Lama, s’incontrano nella roccaforte della scienza americana (il MIT, Massachusetts Institute of Techology) per gettare nuova luce sulla natura della mente umana.

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Titolo originale dell'opera:

The Dalai Lama at M.I.T.

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Anno di pubblicazione presso le Edizioni Amrita:

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