Il gioco d’azzardo è una trappola, un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire. Raccogliendo la testimonianza di chi ha affrontato questo problema e delle persone a loro più vicine, nel suo ultimo libro edito da Amrita Edizioni Fabio Pellerano illustra i percorsi efficaci già sperimentati per uscire da questa insidiosa rete e gestire le ricadute, in modo da monitorare i progressi e pianificare i passi futuri. Ne ha parlato in occasione dell’appuntamento di Filo Diretto con l’Autore.

Il gioco d’azzardo non è solo un vizio: è come «un grande amore ormai finito», scrive Fabio Pellerano nel suo ultimo libro Come uscire dalla rete del gioco d’azzardo

Indicazioni, suggerimenti e strumenti per giocatori, familiari e operatori”, edito da Amrita Edizioni. «Se dopo tanto tempo incontri per strada una vecchia fiamma, probabilmente ti farà ancora effetto ricordare i bei momenti vissuti insieme, ma se sei preparato, dopo un primo turbamento riprenderai tranquillamente il cammino, senza far nulla di cui poi potresti pentirti».

Il percorso di chi prova ad allontanarsi per sempre dal gioco d’azzardo è infatti costellato di ricadute, ripensamenti, bugie. E allora quale strategia seguire? Ce ne sono diverse e Pellerano prova a illustrarne alcune in questo ultimo libro che nasce con «l’ambizione di manuale di formazione e auto-aiuto», fa notare nella prefazione Nicola Matteucci, professore associato di Economia Applicata all’Università Politecnica delle Marche. 


Il libro di Pellerano parla a chi è stato catturato nella rete del gioco d'azzardo e sa bene quanto sia difficile liberarsene, ma anche ai familiari o agli addetti ai lavori. E se pur scritto otto anni fa e pubblicato con il titolo “Azzardopatia” di cui questo in uscita è una riedizione ampliata, continua a parlare all’oggi su un tema di grande attualità.

Con un'esperienza quasi ventennale come educatore professionale, Pellerano lavora attualmente presso un Servizio per le Dipendenze della Sanità pubblica di Torino. Nel corso dell’ultimo appuntamento di Filo Diretto con l’Autore, Pellerano ha illustrato una serie  di consigli e strumenti per affrontare e vincere la battaglia contro la dipendenza da gioco d’azzardo, per capirne le cause, le sue conseguenze, ma soprattutto per chiedere aiuto e ricostruire la propria vita e la considerazione di sé stessi. 

Il suo libro è un saggio approfondito, ma anche un racconto di testimonianze raccolte nel corso degli anni. Nelle prime pagine, sono proposte alcune riflessioni generali, per inquadrare meglio il tema del gioco d’azzardo e le difficoltà legate al cambiamento. Seguono subito dopo i «capitoli fondativi» del libro, dedicati a quattro percorsi che approfondiscono le diverse possibili aree di intervento.

La prima di queste, ha spiegato l’autore nel corso della diretta, è strettamente legata alla gestione del denaro. «Chi gioca d’azzardo dovrebbe temporaneamente cedere ad altri la propria autonomia nella gestione del denaro, almeno per un periodo prima di tornare alla gestione autonoma. Poi magari può tenere traccia pedissequamente di tutte le spese sostenute: sembra banale, ma può essere di grande aiuto».

E poi bisognerebbe intervenire sulla sfera delle relazioni: «Giocatori e giocatrici tendono a isolarsi. E questo nuoce gravemente ai rapporti familiari, amicali, lavorativi. Un tentativo importante sarebbe quello di recuperare una relazione con le persone da cui ci si è allontanati proprio a causa del gioco».

Il gioco d’azzardo incide inoltre sulla gestione del tempo, genera difficoltà sul lavoro perché magari ci si distrae dai propri compiti o si è molto stanchi a causa delle ore notturne perse giocando: «Riprendere il controllo del proprio tempo è fondamentale, così come non inciampare nei cosiddetti errori cognitivi, che ci spingono a giocare perché magari un giorno ci sentiamo fortunati oppure siamo convinti di aver trovato un sistema vincente». Negli errori cognitivi possiamo incappare tutti, chiarisce Pellerano: nel caso di chi gioca d’azzardo, però, questi errori possono determinare ulteriori perdite di denaro e affetti. 

Alla fine del volume, si passa a un livello più operativo: vengono introdotti precisi strumenti pratici, tra cui una serie di indirizzi e numeri di telefono, che potrebbero essere utili per continuare il cammino di cambiamento affidandosi a dei professionisti; una scelta di siti sul tema del gioco d'azzardo e sui problemi connessi e infine un'utile bibliografia di riferimento. 

Dalla lettura emerge quanto quella da gioco d’azzardo sia una dipendenza patologica, che richiede cure e supporti specifici. Questa consapevolezza, di cui si fa portavoce l’autore, è rafforzata da anni di ricerca personale e dall’incontro con molte persone che soffrono di questo disturbo. La loro preziosa testimonianza, così come quella dei loro familiari, stimola la riflessione e magari il desiderio di cambiamento anche in chi si rispecchia in queste storie ma non riesce a uscire da questa rete insidiosa. 

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