Imparare a comunicare fa parte di un percorso di crescita personale, in parte fisiologico e in parte alimentato da una ricerca individuale e dagli strumenti giusti. Matteo Rizzato ha elaborato una guida dettagliata per esplorare le diverse dinamiche comunicative presenti nelle nostre interazioni quotidiane e come queste si possano migliorare.  

La comunicazione è un processo dinamico esattamente quanto le relazioni che intessiamo nell’arco della nostra vita. C’è di fatto un’intima connessione tra il modo in cui ci esprimiamo, affermiamo noi stessi e il nostro rapporto con chi ci circonda. Per Matteo Rizzato, psicologo e ricercatore nell’ambito della comunicazione e delle neuroscienze, imparare a comunicare richiede un processo di apprendimento essenziale per migliorare la qualità delle nostre relazioni.

Già autore del libro "Di Cosa Parliamo?" e da sempre affascinato dal modo in cui le persone comunicano tra di loro, Rizzato ripropone alcuni dei temi a lui più cari in una nuova uscita, “I livelli dinamici di comunicazione. Manuale teorico pratico per una nuova consapevolezza”, una guida pronta all’uso che amplia la precedente uscita sempre pubblicata da Amrita Edizioni. Come ha raccontato nell’ultimo Filo Diretto con l’Autore, il suo non vuole essere un romanzo, ma un libro da sfogliare e studiare.

«Le persone, quando entrano in relazione tra loro, sono concentrate sul contenuto del messaggio che desiderano esprimere, e molto meno sul modo in cui lo fanno, spesso senza nemmeno considerare il contesto in cui si trovano», scrive nel libro. Ecco perché è necessario individuare i cosiddetti quattro livelli dinamici di comunicazione, che altro non sono se non la mappa dell'insieme delle informazioni che transita da noi verso gli altri, in un continuo sovrapporsi di argomentazioni, segnali caratteriali ed emotivi.

Questo incessante viaggio di informazioni è dinamico e origina spesso cambiamenti comportamentali: saper riconoscere questi cambi di livello ci consente di focalizzare con precisione il piano comunicativo sul quale scegliere di collocarci, con conseguenti effetti sulla qualità delle nostre relazioni, in ogni contesto.

Ad esempio nelle relazioni sentimentali con un partner, spesso ci si limita al livello delle “cose”, oppure la coppia tende a comunicare su due livelli di comunicazione distinti: uno ad esempio parla delle emozioni che prova, mentre l’altro si limita a quanto accaduto, ai fatti. Questo non porta a nessuna comprensione reciproca, anzi. Ecco che è importante porre le domande giuste in una dinamica relazionale, chiedersi ad esempio, «cosa potremmo fare per migliorare le cose che facciamo, i comportamenti che abbiamo, le emozioni che proviamo, l’intera nostra relazione?». Questa, spiega l’autore, altro non è che un genere di interlocuzione che ci colloca su un quarto livello di comunicazione.

Provare a muoversi da un livello all’altro, può essere un esercizio interessante anche nell’ambito della genitorialità. «I livelli dinamici possono offrirci uno strumento potentissimo per la consapevolezza di un ruolo così cruciale. Che cosa (1°) sto/stiamo facendo per migliorare (4°) la crescita dei figli? Che comportamenti (2°) servirebbero per fornire ai figli il miglior (4°) modello genitoriale possibile? Come potremmo insegnare ai figli la consapevolezza emotiva (3°), l’indipendenza caratteriale (2°), e addirittura ad essere loro stessi un modello».

Persino nel contesto lavorativo si può “giocare” con i quattro livelli di comunicazione e traslare il discorso dal piano delle cose (la paga, gli orari, le mansioni) a quello delle emozioni e della crescita personale: ad esempio, chiedendosi quanto questo lavoro potrà migliorarmi o come mi fa sentire svolgere un determinato incarico invece di un altro.  

Grazie a un’ampia selezione di esempi pratici, questa guida è pensata per fornire gli strumenti per riconoscere in modo rapido il tipo di comunicazione in cui le persone si collocano, in ogni momento. «A volte poi ci chiediamo cosa sia meglio o peggio comunicare, cosa ci convenga dire o tacere, e in che modo una comunicazione diversa potrebbe farci ottenere il risultato che speriamo», scrive l’autore, a proposito di quelle domande che spesso ci poniamo sul modo in cui comunichiamo con gli altri.

Il più delle volte comunichiamo in modo istintivo e spontaneo - e non è detto che questo vada sempre bene - altre, invece, riusciamo a ponderare tutti i fattori che convergono nell’atto comunicativo. Questo manuale offre al lettore la possibilità di potenziare in modo significativo le proprie capacità comunicative in ogni contesto, anche nell’ottica dello sviluppo personale e professionale. Ma per crescere, conclude Matteo Rizzato, è importante soprattutto darsi sempre uno scopo: “perché ci aiuta ad essere più felici e a ben sperare”.

 

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