Cos’è la felicità? È possibile raggiungerla? Qual è il ruolo della comunicazione? 

Rodolfo Carone e Francesca Tuzzi ci conducono alla scoperta della parte migliore 

di ognuno di noi.




Come possiamo ri-creare un rapporto armonico con noi stessi, con gli altri e con il mondo?

Come raggiungere un atteggiamento gioioso, felice verso la vita?

Sono queste alcune delle domande che guidano la ricerca di Rodolfo Carone e Francesca Tuzzi, autori per Amrita Edizioni di “Reiki: ritorno alle fonti-La strada per la felicità” e curatori di “Water for Unity-Agire sulla memoria dell’acqua per cambiare il mondo”, a cui hanno cercato di dare una risposta durante la puntata di Filo Diretto con l’Autore.  

Rodolfo Carone e Francesca Tuzzi sono, tra le tante cose, tra i maggiori conoscitori della cultura hawaiana in Italia e conducono seminari di Ho’oponopono e di sciamanesimo hawaiano, sono insegnanti e operatori shiatsu e Master Reiki in diversi approcci. Un percorso molteplice e variegato che conduce ad un unico obiettivo, la ricerca della felicità.

Cosa si intende davvero per felicità? A seguito di cosa ci si sente felici?

La felicità non è un accadimento, ma uno stato d’animo e non può essere incentrata su ‘cosa si ottiene’, ma sul modo e insieme a chi si ottiene, per questo richiede disciplina, impegno e allenamento costante. Secondo Rodolfo «la felicità è un’informazione che tutti abbiamo dentro e che sentiamo viva ogni qualvolta proviamo una sensazione di connessione. La felicità è sentirsi con le persone giuste, al momento giusto mentre si fa qualcosa. È gioia di sentirsi connessi e in unità».

Tutti noi abbiamo sperimentato una sensazione di questo tipo, uno stato ideale di pace di cuore e mente. Quell’attimo che non vorremmo ci abbandonasse mai. È davvero possibile? Secondo Francesca e Rodolfo tutte le tecniche aiutano a semplificare il nostro cammino permettendo di tirare fuori le magie che ognuno di noi si porta dentro, per migliorare la propria coscienza e tutto ciò che ci circonda, nella consapevolezza che siamo tutti interconnessi. Il reiki è una delle strade per la felicità, insieme a molti altri percorsi paralleli che hanno il medesimo fine pur usando modalità diverse. Molto spesso lo si pensa più come un trattamento fisico simile alla pranoterapia, in realtà il Reiki è una pratica che ha migliaia di anni, è anche un percorso, una forma di atteggiamento per stare bene e rispondere alla vita nel migliore dei modi per ognuno di noi. È una tecnica che permette di stabilire una buona comunicazione con se stessi, con gli altri e con il proprio ambiente perché insegna ad ascoltarsi e a prendersi cura. Per Francesca e Rodolfo, infatti, la comunicazione è un elemento essenziale per conseguire una solida felicità, la guarigione e un mondo di pace e armonia.

«Quando le parti comunicano in maniera armoniosa tra di loro, tutto funziona al meglio. Quando le cellule del nostro corpo comunicano in modo armonioso tra di loro e con il sistema nervoso, il nostro corpo è in salute; quando una coppia comunica in modo armonioso, si rivela solida e felice; quando gli stati e i governi comunicano in modo armonioso tra loro, ne risultano pace e un’economia stabile. In presenza di una comunicazione non armoniosa, ecco che ci troviamo di fronte a una situazione di disagio, disfunzionalità, “malattia”. La comunicazione guarisce dalla divisione» commentano.

In questa ottica hanno creato il T.R.E. (Tecniche di Riallineamento Energetico), ideato e organizzato l’evento internazionale “The Circle of Life” e fondato i movimenti internazionali “Water for Unity” e “Rainbow drops of life”, a cui aderiscono personaggi di fama mondiale.

Il corpo umano è un esempio di comunità dove ogni cellula ha la sua funzione all’interno di un ‘mondo’ più grande. Allo stesso modo ognuno di noi può fare qualcosa per la comunità globale, trasformando in valori e azioni comuni tutto ciò che di buono vogliamo faccia parte della nostra “normalità” e quotidianità. 

«Se vai in Giappone nessuno butta per terra una sigaretta, anche quel qualcuno che altrove lo farebbe. C'è una sorta di coscienza collettiva e di educazione condivisa. Quando un'informazione diventa patrimonio di un certo numero di individui fa parte della quotidianità, ma bisogna partire dalla coscienza individuale affinché si possa verificare, e qualcuno da qualche parte deve cominciare. Fino a qualche tempo fa molte delle cose che noi oggi diamo per scontate, sembravano impossibili anche solo da immaginare. L’umanità sta vivendo la fase dell’adolescenza, non ascoltiamo molto, siamo ancora molti concentrati su noi stessi. La buona notizia è che la fase successiva sarà quella dell’età adulta che in genere si contraddistingue per un forte senso di responsabilità. Se ognuno fosse responsabile dei propri pensieri, delle proprie emozioni e delle proprie azioni saremmo un passo avanti. Tutto ciò che siamo lo dobbiamo a qualcuno che ci ha preceduto o con cui condividiamo la nostra vita. Dovremmo sempre ricordarci che siamo tutti interconnessi. Non servono grandi cose per migliorare il mondo, basta sentirsi parte del tutto, dell’insieme come mondo globale» concludono Francesca e Rodolfo. 

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